Mentre il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) aveva inizialmente deciso di non raccomandare il principio attivo Lecanemab, ora, a seguito di una nuova revisione, ne raccomanda l’autorizzazione per il trattamento di persone nelle prime fasi della malattia di Alzheimer. Tuttavia, il Comitato raccomanda di utilizzare il farmaco esclusivamente sulle persone che hanno solo una o nessuna copia del gene ApoE4, poiché la probabilità di effetti collaterali gravi è inferiore rispetto alle persone con due copie dell’ApoE4. Ad autorizzazione avvenuta, Eisai e Biogen saranno inoltre obbligate a condurre uno studio di sicurezza.
Alzheimer Svizzera accoglie con favore le raccomandazioni del CHMP e le relative indicazioni, nonché lo studio. «Siamo lieti che ciò metta in primo piano la sicurezza dei pazienti e che lo studio che lo accompagna faciliti la valutazione degli effetti e dei rischi», afferma la Dr. phil. Stefanie Becker, direttrice di Alzheimer Svizzera.
Il principio attivo riduce i depositi proteici nocivi nel cervello e ritarda la progressione della malattia, «Anche se il Lecanemab non può né curare né arrestare la malattia di Alzheimer, esso ritarda la regressione cognitiva e quindi prolunga la vita dei malati e la qualità di vita stessa», sottolinea Stefanie Becker.
Il principio attivo Lecanemab, che porta il nome commerciale di Leqembi, è prodotto a Luterbach, nel Canton Soletta. Esso è già stato autorizzato negli Stati Uniti, in Giappone, nel Regno Unito e in altri Paesi. Sul principio attivo Lecanemab deve ancora pronunciarsi Swissmedic, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici, che si pronuncerà tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.