Con delusione Alzheimer Svizzera prende atto della decisione del Consiglio federale di introdurre un congedo assistenziale prolungato «solo» per i genitori di bambini malati o infortunati. I familiari che si prendono cura di persone affette da demenza sono in gran parte trascurati.

La richiesta di Alzheimer Svizzera nella fase di consultazione (presa di posizione in francese) di introdurre un congedo assistenziale prolungato per tutti i familiari curanti non è stata accolta. La soluzione di poter usufruire di un breve congedo di tre giorni può certamente essere di aiuto, ma non è sufficiente. L’unica piccola consolazione del disegno di legge è che ora la persona assistita avrà diritto agli accrediti per compiti assistenziali AVS anche in caso di grande invalidità di grado lieve, e ciò vale anche per i conviventi.

I familiari non devono essere lasciati soli

In considerazione dei numerosi punti critici irrisolti nel settore delle cure prestate dai familiari, Alzheimer Svizzera avrebbe auspicato misure di più ampia portata. Le esperienze raccolte durante le consulenze mostrano infatti che le persone che assistono o si prendono cura di familiare affetto da demenza sono esposte a situazioni di stress non indifferenti. Continuare a svolgere un’attività professionale in tali circostanze diventa una sfida quotidiana. Spesso le persone interessate sono costrette a rinunciare al proprio lavoro o a ridurlo notevolmente. Con conseguenti perdite finanziarie anche sostanziali che si ripercuotono sul reddito in età pensionistica. Non da ultimo l’attività professionale è importante per mantenere i contatti sociali, fondamentali per la salute dei familiari curanti, che altrimenti rischiano di ammalarsi a loro volta.

Le cifre parlano chiaro

Il Consiglio federale intendeva agevolare i compiti assistenziali a chi svolge un’attività lucrativa e deve occuparsi di familiari malati o infortunati. Ne sono interessate 4500 famiglie in tutta la Svizzera, come sottolinea la stessa Confederazione. Non da ultimo la Confederazione promuove il principio «ambulatoriale prima di stazionario».

Pochi giorni di congedo assistenziale sono lungi dall’essere sufficienti per conciliare attività lucrativa e assistenza ai familiari. Se, come nel caso della demenza, si tratta di una malattia cronica, questa decisione è ancora più incomprensibile. Un buon 60 per cento delle circa 150 000 persone affette da demenza in Svizzera sono infatti assistite a domicilio dai propri familiari. La diagnosi della demenza è sì un «evento unico», ma la malattia con il suo progredire richiede sempre più sostegno, assistenza e cure. Le cure e l’assistenza da parte dei familiari costituiscono con 4,2 miliardi di franchi una parte sostanziale dei costi complessivi (9,2 mld). Alla luce dello sviluppo demografico, della necessità di arginare le spese sanitarie e della carenza di personale qualificato, è assolutamente indispensabile sostenere, garantire e promuovere anche l’impegno a lungo termine di tutti i familiari curanti.