Lasciare sempre una scelta
Luogo diverso, ambiente diverso, ma la stessa volontà di guardare alla demenza con altri occhi: siamo alla casa di cura Petit Chézard di Val-de-Ruz (NE). Qui il team di operatori si concentra sulle capacità rimaste alle persone malate per promuoverne l’autonomia e l’autodeterminazione. Il leitmotiv della casa potrebbe essere «proporre, mai imporre», al quale si potrebbe aggiungere: non fare nulla «per» i malati che aumenti le loro dipendenze.
L’istituto gerontopsichiatrico basa ormai da otto anni la propria filosofia di cura sul metodo Montessori, adattato alle persone affette da deficit cognitivi. Secondo questo approccio non farmacologico riconosciuto e valorizzante, i venti ospiti della struttura prestano il proprio contributo alla vita comune e vengono coinvolti nelle decisioni. «Le persone che vivono in un istituto perdono rapidamente il senso di utilità e la propria autostima», spiega Julie Challande, capo del personale di cura. «Noi ci impegniamo per evitare che ciò avvenga.» Così come a Cornol, anche qui i compiti della vita quotidiana sono una componente importante della cura: piegare gli asciugapiatti, pulire gli scaffali, scrivere il menù sulla lavagna, sistemare le bustine del tè. Questi compiti della quotidianità danno un senso e rafforzano l’autostima in quanto attribuiscono alle persone un ruolo sociale che tiene conto dei loro desideri e del loro passato. Inoltre stimolano le loro capacità nel riuscire a svolgerli. «Che si tratti di attività individuali o di gruppo, dobbiamo sempre lasciare alle persone la possibilità di scegliere se approvare o rifiutare», sottolinea Annaëlle Jeanneret, neuropsicologa e responsabile del programma. Ogni attività proposta è sempre accompagnata dalla domanda «È d’accordo di...?» o «Ha voglia di...?». «Questo approccio consente di restituire alla persona un po’ di controllo sulla propria vita e di tenere la relazione su un piano di parità», aggiunge l’esperta.
La «cassetta degli attrezzi» di cui si serve il team non comprende soltanto il metodo Montessori, ma anche altre tecniche, per esempio la cura della relazione o la Validation®. La molteplicità di metodi garantisce un approccio individualizzato, che tenga conto delle esigenze delle persone. Per evitare che le tecniche da utilizzare si perdano nella routine, sono state introdotte per il team le cosiddette «serate Montessori», aperitivi organizzati d’intesa con i collaboratori nel loro tempo libero che offrono l’occasione di discutere particolari situazioni o argomenti. Alla fine è previsto un «bagno di gratitudine». Tutti rivolgono un messaggio positivo e di apprezzamento a un collega.
A Cornol le quiche sono in forno. Gli ospiti del centro diurno si riuniscono per l’aperitivo accompagnato dalla musica. L’assistente Julian Cattin usa la voce di Ivan Rebroff o il rock’n’roll di Jerry Lee Lewis per incoraggiare gli ospiti a riprendere il filo dei ricordi, collegare le storie dell’uno o dell’altro e incoraggiarli a muovere qualche passo di danza. Così si vive a La Valse du Temps.
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